sabato 23 febbraio 2013

Lo strano caso del signor Destino


Oggi voglio postare un dialogo divertente sul Destino tra Luca, il protagonista e una ragazza che perde come lui l'ultimo tram della notte...



(...) Solo adesso si rendeva conto di come era fatta, del viso che aveva, di come era vestita. Era bruna e aveva la pelle chiara, di un colore quasi roseo. Era piuttosto bassa di statura e vestiva tutta in nero; un paio di pantaloni neri che le calzavano a pennello e le accarezzavano delicatamente i fianchi, una felpa nera che lei faceva fuoriuscire dal piumino e le copriva il posteriore. Luca non poteva notare la sua pettinatura perché il cappuccio della felpa le copriva interamente la testa. L’andatura del corpo e la movenza delle spalle cercavano di coprirle il viso come in segno di timore o di timidezza nei suoi confronti.
E mentre s’ incamminarono verso via Caracciolo lei inizio a parlare di nuovo
“Ti piace Milano?”
“Questa notte la odio a morte, ma ci sono un po’ affezionato ho abitato sui Navigli fino all’anno scorso.”
“In che via abitavi?”
“In via D’Annunzio.”
“Veramente? Io ho abitato in via Vigevano, poi mi sono trasferita due anni fa con mio padre in zona Sempione perché si è diviso da mia madre e io ho scelto di stare con lui ...”
“Cavolo, e non ci siamo mai incrociati?”
“No, io credo di non averti mai visto prima...”
“Eppure stavamo vicinissimi di casa”
“Forse era destino che non dovevamo incontrarci prima...”
“Destino?”
“Sì, destino, perché?”
“A quest’ora di notte non mi metto a parlare di destino, dai…non dirmi che ci credi”
“Sì, certo”
“ E’ arrivata la chiromante…”
“Io non sono una chiromante, sono una ragazza normalissima… ma ricordati che nemmeno gli dèi vincono contro il Destino…non l’han mai fatto…hai  mai trovato nella Mitologia antica qualche pazzo che lo ha fatto?”
“Mhhhh”
“E se lo han fatto son tutti finiti male…”
“Mhhh…dalle mie reminescenze di Epica dalle medie forse Giove una volta”
“Ma sei matto??? Ma se Giove per fecondare la bella Danae  e assecondare il Fato si trasforma addirittura in pioggia d’oro per penetrare all’interno della torre dove era intrappolata e compiere il loro destino!!!”
“Quella volta lì…ma siccome Giove ne ha fatte tante…magari è stata in un’altra occasione…”
Mi guardò con aria perplessa.
“No, eh?”
“No”
“Magari Saturno…quello che ne aveva combinate di ogni, guarda…me lo ricordo come fosse ieri quando lo raccontava la prof…mica aveva mangiato le figlie o qualcosa del genere?”
“Negativo…gli avevano profetizzato che uno dei suoi figli lo avrebbe spodestato e così lui per andare incontro alla sorte si mangiò i primi cinque appena nati, ma il sesto gli fu sostituito con una pietra avvolta in fasce… e sai chi era quella pietra realmente?”
“Eh no”
“Era Giove, quel monellaccio…che poi al padre gliela farà pagare con gli interessi scatenando una guerra e diventando poi lui il capo degli dei…”
“Caspita…”
“E quindi…”
“E quindi Saturno scartato…fa una brutta fine”
“E quindi?”
“E quindi mi sa che hai ragione…non me ne vengono in mente altri, oh…”
“Visto? Che non mi credevi…”
Luca la guardò come stesse fissando un marziano appena atterrato a Milano.
“Come fai a sapere tutte queste cose?”
“Liceo Classico Parini…tra versioni di greco e lezioni di Epica ne ho sentite di ogni…”
“Ah….”
“Però in fondo mi piace la mitologia greca e per questo che mi rimangono più impresse...pensa che una volta Poseidone…”
“No. Alt…basta…Ho già dato alle medie e mi è bastata l’Eneide… con questo qua che non arrivava mai a Roma o dove cavolo doveva arrivare… e prima i Ciclopi e poi la maga Circe e poi il dio dei venti…”
“Guarda che ti confondi con Ulisse…”
“Era l’Odissea??? Ecco…appunto..ho rimosso…”
Fece un sorriso e gli diede una spintina sulla spalla.
Una lieve brezza gli adagiò i capelli sul viso e lo fece rabbrividire.
I due si sorrisero.

sabato 2 febbraio 2013

perchè il titolo NOTTESENZAFINE?


Il racconto è per antonomasia una breve narrazione in cui il protagonista o i protagonisti sono i ‘player’ dell’azione e interagiscono con i personaggi secondari, ma non vi è un’evoluzione approfondita o un’ analisi psicologica dei medesimi…non c’è lo spazio per farlo in un racconto…in NOTTESENZAFINE invece sì…il protagonista Luca è ‘vittima’ di un’evoluzione interiore nel giro di una notte e la mia lente di ingrandimento si focalizza sul suo cambiamento psicologico che lo porterà ad un superamento delle sue più paure più nascoste con l’arrivo dell’alba. Per questo si avvicina più a un corto-romanzo che a un racconto.L’idea di evoluzione… di corsa sta anche nel voler scrivere il titolo tutto d’un fiato, il che vuole dare l’idea del ritmo incalzante dell’azione. 


Un’azione senza respiro. Non a casa il protagonista non porta orologi e a quei tempi (dato che il libro è ambientato a fine anni’80) i cellulari non esistevano…Luca misura il suo tempo ‘a respiri’. Calcola le sue azioni e misura le sue reazioni a quantità di respiri fatti. Questo per dare l’idea di una corsa frenetica nel cuore della notte al solo scopo di ‘salvare la pelle’ e voler ritornare semplicemente a casa. NOTTESENZAFINE, ha una giusta tensione ed un ritmo quasi vertiginoso che trascina fuori dal tempo il lettore. Il protagonista scopre davvero di tutto in una notte. Tutto di se stesso e delle sue ataviche paure. La notte lo porterà a superare le sue ansie e i suoi timori più reconditi. Un viaggio nel cuore della notte alla riscoperta del proprio IO…