mercoledì 9 ottobre 2013

L'incontro di Luca con Margherita, il viados brasiliano

OGGI POSTO UN PEZZO DI 'NOTTESENZAFINE' DOVE LUCA IL PROTAGONISTA INCONTRA MARGHERITA, IL VIADOS BRASILIANO CHE GLI FA UNA RICHIESTA INQUIETANTE...

(...)

Luca non reagì. Appoggiò sul sedile davanti il bicchierino di carta e fece un lieve sospiro per tagliare quell’aria di tensione.
Margherita iniziò a piangere forte singhiozzando ripetutamente.
Luca ignorava il da farsi. Avrebbe voluto consolarla, ma non sapeva come fare, d’altronde la conosceva da un centinaio di respiri e per di più disconosceva il suo sesso: era uomo o donna? I peli sulle gambe le crescevano o no? Il seno era così sodo perché era siliconato?
Voleva porgerle tutte queste stupide domande che la gente si fa quando vede un travestito, ma non era il caso di fare chiarezza in questo momento: lo aveva aiutato, gli aveva messo indosso il pelliccione, offerto il caffè e inoltre era dolcissima nei suoi atteggiamenti, non sembrava nemmeno una prostituta o un ‘prostituto’...
Pose una mano sulla coscia di Luca e la strinse forte, il ragazzo si spaventò.
Non vorrà mica provarci con me ora!?!? rimuginò tra sè.
Nonostante fosse stato educato in maniera molto liberale c’era sempre un velo di inibizione che lo pervadeva, una paura verso qualcuno diverso da lui e per di più a due centimetri dalla sua spalla.
Dopo alcuni attimi ‘lei’ proferì parola: “Sou sieropositiva.”
Il sangue gli si raggelò nelle vene. “Ne sei sicura?” ribattè Luca con voce titubante.
“Sì, ho fato li esami…”
“Oh cazzo!”
Margherita rilasciò la presa sulla coscia di Luca per coprire il volto solcato dalle lacrime.
“Magari l’esito dell’esame era sbagliato...”
“No, l’ho fato due volte... ho tentato de suiscidarme tre volte pero sou stada fermada in tempo da ‘minhas irmas’.”
Avrebbe voluto chiederle la ragione del suo gesto, ma sarebbe stata una domanda sciocca e scontata. Avrebbe voluto sottolinearle il fatto che era ingiusto seguitare ad avere rapporti non protetti essendo sieropositiva, ma come avrebbe reagito?
“O forse sou tropo fifona para fazerlo io diretamenci.”
Luca non aveva le armi per combattere le parole forti di Margherita.
“Falo tu, te prego...”
“Fare che, scusa?”
“Soto il sedile tegno una pistola carica, uno sparo in testa e via... no sentirò nada, te prego...”
“Io...”
“Me sembri la persona justa para matarme, sensible, jentile, sei il primeru ser umano che cognosco achì en Milan.”
“Qui non si tratta di essere la persona adatta o no, Margherita.”
“Falo per me, tu tieni un futuri davanci, io tegno solo l’infierno... presente e futuro. Para la jente como noi non c’è pace nemeno dopo la morte... Dios no lo conscede.”
Il ragazzo aveva un nodo alla gola che non riusciva a liberare, tuttavia non lo avrebbe sciolto con un movimento secco sul grilletto di quella pistola.
“Io non voglio uccidere nessuno e non lo farò mai... Uno, perché ho troppa paura; due, perché non voglio troncare una vita umana; tre, e non ultimo, avrei dei guai seri con la polizia e la giustizia... Ti prego, capiscimi tu.”
Credeva fosse stato uno scherzo di Margherita, una convinzione poco seria, ma ben presto il suo tono si fece più tragico.
“IO-NO-VOLIO-PIU’-VIVIRE! No so si lo hai capito o no... NO-VOLIO-PIU’-VIVIRE!”
Parole come pietre, pesanti, scolpite nel suo cervello.
Qualche respiro di pausa e si inginocchiò davanti a lui nel poco spazio che si apriva tra il sedile davanti e quello dietro e con le mani giunte pregò di nuovo Luca di ucciderlo in cambio della sua pelliccia bianca.

“Ti rendi conto di cosa mi hai chiesto? Chi se ne frega del tuo pelliccione... è più importante la tua vita o quella di un animale morto sulle mie spalle?”