giovedì 17 gennaio 2013

Perchè ambientare NOTTESENZAFINE negli anni '80?



Gli anni ‘80 sono gli anni della mia adolescenza, quindi chiunque abbia tra i 35-45 anni adesso ricorda con affetto quegli anni...La colonna sonora di quegli anni è tutta targata dal boom del pop, sia nostrano con i vari Spagna, Den Harrow, Gazebo, Righeira etc ma anche di meteore straniere come Michael Sembello, Talk Talk, Pic-nic at the Whitehouse, etc....Al cinema furoreggiavano le commedie hollywoodiane come Ritorno al futuro o Il tempo delle mele, ma anche i nostri ‘I fichissimi’ oppure i primi ‘Vacanze di natale’ o ‘Sapore di mare’...Questo non vuol dire che musica e cinema abbiano solo pensato all’estetica e al divertimento in quel periodo: I Pink Floyd facevano il loro concerto più bello proprio nel’89 a Venezia, gli U2 spiccavano il volo, I Depeche Mode spopolavano insieme ai Dire Straits e nascevano artisticamente Jackson e Madonna. E al cinema uscivano capolavori come Apocalypse Now, Afterhours, Blues Brothers, Shining e si iniziavano ad affermare attori Pacino o De Niro. E’ ovvio che tutto questo ha influenzato la narrazione di NOTTESENZAFINE...Fuori Orario di Scorsese in particolare mi ha affascinato moltissimo...un film in una notte incredibile e surreale...come appunta la notte di Luca, il protagonista.
Per non parlare poi proprio del 1989...l’anno del crollo del muro di Berlino, la fine della Guerra Fredda, l’avvicinarsi del crollo del comunismo e della fine di una concezione di un Mondo. Non a caso il libro trae ispirazione dalla visita di Gorbaciov a Milano.



Il libro è ambientato nell’89 e in questi ultimi 25 anni Milano è cambiata parecchio...La città dei paninari, dei metallari , dei new wave e rockabilly non c’è più e non è più la Milano da bere che è passata sotto la mannaia di Tangentopoli nei primi anni ‘90...più che la ricerca dell’apparenza di quegli anni e dell’edonismo rimpiango quella genuinità e altruismo che la città e in generale la società hanno perso nell’ultimo ventennio...
Insomma chi aveva le facoltà, poteva infilarsi un paio di timberland o un monclair per apparire, ma rimaneva sempre in una società che è rimasta incollata alla TV per seguire il dramma di Alfredino Rampi in diretta...la solidarietà che c’era 30 anni fa io non la vedo così tanto in giro ed un fatto come quello di un bambino caduto in un pozzo farebbe più notizia per le negligenze dei genitori a PORTA A PORTA più che per il dolore di un bimbo...

1 commento:

  1. Hai ragione, quella Milano e quegli anni 80 non ci sono più e non perchè sono passati gli anni ma perchè siamo cambiati, in peggio, noi.
    Ricordati che domani pubblico l'intervista.
    Antonella

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