Il racconto è per antonomasia una breve narrazione
in cui il protagonista o i protagonisti sono i ‘player’ dell’azione e
interagiscono con i personaggi secondari, ma non vi è un’evoluzione
approfondita o un’ analisi psicologica dei medesimi…non c’è lo spazio per farlo
in un racconto…in NOTTESENZAFINE invece sì…il protagonista Luca è ‘vittima’ di
un’evoluzione interiore nel giro di una notte e la mia lente di ingrandimento si
focalizza sul suo cambiamento psicologico che lo porterà ad un superamento
delle sue più paure più nascoste con l’arrivo dell’alba. Per questo si avvicina
più a un corto-romanzo che a un racconto.L’idea di evoluzione… di corsa sta
anche nel voler scrivere il titolo tutto d’un fiato, il che vuole dare l’idea
del ritmo incalzante dell’azione.
Un’azione senza respiro. Non a casa il
protagonista non porta orologi e a quei tempi (dato che il libro è ambientato a
fine anni’80) i cellulari non esistevano…Luca misura il suo tempo ‘a respiri’.
Calcola le sue azioni e misura le sue reazioni a quantità di respiri fatti.
Questo per dare l’idea di una corsa frenetica nel cuore della notte al solo
scopo di ‘salvare la pelle’ e voler ritornare semplicemente a casa.
NOTTESENZAFINE, ha una giusta tensione ed
un ritmo quasi vertiginoso che trascina fuori dal tempo il lettore. Il
protagonista scopre davvero di tutto in una notte. Tutto di se stesso e delle
sue ataviche paure. La notte lo porterà a superare le sue ansie e i suoi timori
più reconditi. Un viaggio nel cuore della notte alla riscoperta del proprio IO…
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