sabato 2 febbraio 2013

perchè il titolo NOTTESENZAFINE?


Il racconto è per antonomasia una breve narrazione in cui il protagonista o i protagonisti sono i ‘player’ dell’azione e interagiscono con i personaggi secondari, ma non vi è un’evoluzione approfondita o un’ analisi psicologica dei medesimi…non c’è lo spazio per farlo in un racconto…in NOTTESENZAFINE invece sì…il protagonista Luca è ‘vittima’ di un’evoluzione interiore nel giro di una notte e la mia lente di ingrandimento si focalizza sul suo cambiamento psicologico che lo porterà ad un superamento delle sue più paure più nascoste con l’arrivo dell’alba. Per questo si avvicina più a un corto-romanzo che a un racconto.L’idea di evoluzione… di corsa sta anche nel voler scrivere il titolo tutto d’un fiato, il che vuole dare l’idea del ritmo incalzante dell’azione. 


Un’azione senza respiro. Non a casa il protagonista non porta orologi e a quei tempi (dato che il libro è ambientato a fine anni’80) i cellulari non esistevano…Luca misura il suo tempo ‘a respiri’. Calcola le sue azioni e misura le sue reazioni a quantità di respiri fatti. Questo per dare l’idea di una corsa frenetica nel cuore della notte al solo scopo di ‘salvare la pelle’ e voler ritornare semplicemente a casa. NOTTESENZAFINE, ha una giusta tensione ed un ritmo quasi vertiginoso che trascina fuori dal tempo il lettore. Il protagonista scopre davvero di tutto in una notte. Tutto di se stesso e delle sue ataviche paure. La notte lo porterà a superare le sue ansie e i suoi timori più reconditi. Un viaggio nel cuore della notte alla riscoperta del proprio IO…


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